CHI SIAMO

La nostra storia

L’identità della scuola si è costruita con la testimonianza e l’impegno di operatori scolastici, di amministratori, benefattori e simpatizzanti che con il loro lavoro e generosità hanno sostenuto la crescita dell’asilo che nel tempo ha subito varie trasformazioni.
La peculiarità del Santa Maria consiste proprio nel suo essere profondamente radicata nella comunità caratese al servizio dei piccoli e nell’essere riconoscibile per l’educazione cattolica che vuole trasmettere.

LA NASCITA 1875

Dopo il 1860 il problema dell’educazione elementare ed infantile per i fanciulli diventa drammatica. A Carate, come sosteneva il sindaco Alberto Battaglia nel 1865, “la classe dei proletari è numerosa e quindi trascurata la prima educazione dei piccoli figli per incapacità o mancanza dei mezzi o negligenza”. E’ il teologo Don Antonio Minoretti, coadiutore e regio delegato scolastico, ad assumere l’iniziativa e superare gli ostacoli presenti. La sua continua opera ed il suo interessamento contagia tutti i caratesi che, compresa l’importanza della nascente istituzione vi concorrono con donazioni ed elargizioni. Il conte Luigi Confalonieri concede ad uso gratuito alcune aree e locali della propria villa per la scuola, la ricreazione e l’abitazione delle maestre. Qui il 9 Novembre 1875 viene solennemente inaugurato l’Asilo Santa Maria.

L’ASILO DIVENTA ENTE MORALE 1884

L’asilo Santa Maria ha cominciato la sua storia. La costituzione come Opera Pia, però, non dà le necessarie garanzie per il futuro. I responsabili sono costretti a pensare ad una sistemazione più consona al ruolo che l’asilo si prepara a svolgere nella comunità.
Don Antonio Minoretti propone che l’asilo infantile di Carate Brianza venga riconosciuto ed eretto in Corpo Morale. La direzione dell’asilo in data 7 Aprile 1884, invia una documentatissima istanza ad Umberto I , re d’Italia, sottoponendogli l’intera questione; non rimaneva che attendere.
Il 22 giugno 1884 Umberto I firma il regio decreto: l’asilo Santa Maria diventa Ente Morale. Il pubblico potere gli riconosce una personalità giuridica ed economica che non solo assicura autonomia e stabilità ma ne conferma anche l’utilità sociale e la dignità culturale.
Nello stesso anno arrivano a Carate le Madri Canossiane provenienti dalla casa madre di Monza che su invito della famiglia Caprotti fondano un istituto per l’educazione femminile e successivamente alcune di esse diventeranno insegnanti e direttrici dell’asilo Santa Maria.
L’asilo Santa Maria, sebbene sia stato riconosciuto come Ente Morale, non versa in buone condizioni economiche; tutta la gestione è sempre affidata alla generosità dei benefattori e alla raccolta di fondi tra la popolazione. Nonostante ciò continua la sua opera di educazione superando tutte le difficoltà e la validità dei suoi sistemi educativi viene premiata.

LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA SEDE: 1899

Il problema che assilla i responsabili dell’asilo negli ultimi anni dell’Ottocento è quello di una nuova sede. L’opera è troppo importante: occorrono nuovi spazi, attrezzature più moderne ed efficienti. L’Amministrazione comunale fa il primo passo, concede l’uso a tempo indeterminato di un terreno di sua proprietà all’interno del recinto della casa comunale, dove ora sorge l‘edificio della Cassa Rurale Artigiana.

E’ il cavaliere Galeazzo Viganò che si assume l’intero onere dell’edificazione.

Il nuovo Santa Maria, in grado di ospitare 350 bambini, è pronto: è il 1899. Il 5 Novembre di quell’anno la regina Margherita presenzia ufficialmente l’inaugurazione del complesso appena ultimato.

LA SEDE DEFINITIVA: 1964

Negli anni Trenta l’avvento del fascismo fa sentire le sue conseguenze anche nella gestione degli enti morali che se da una parte nominalmente vengono mantenuti in vita, in pratica i membri dei consigli di gestione sono sotto il controllo diretto del regime, del Podestà, del Fascio. Lo statuto del 1884 viene così modificato.
E veniamo al 1948, all’avvento della Repubblica Italiana. Al podestà subentra il sindaco a nome dell’Amministrazione Comunale e l’assessorato regionale ai servizi sociali dal quale dipendono tutte le Ipab presenti in ambito regionale.
E’ necessario costruire un nuovo edificio per il Santa Maria. Il signor sindaco svolge trattative con la congregazione Figlie della Carità, suore Canossiane, famiglia di Milano, la quale si dichiara disposta a cedere al Comune mq. 3000 circa di terreno situato all’incrocio della via don Costante Mattavelli con la via Sant’Ambrogio al prezzo di lire 5.700 al mq. Inizia così la nuova costruzione i cui lavori dureranno due anni.
Domenica 25 Ottobre 1964 si inaugura la nuova sede di via Sant’ Ambrogio con la benedizione di Monsignor Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano.
Il nuovo edificio viene così consegnato al nuovo consiglio di amministrazione del Santa Maria ma il Comune mantiene sull’immobile l’esclusivo diritto di proprietà di fondo e di fabbricato. La convenzione stipulata tra l’asilo e il comune il 21 Dicembre 1964 stabilisce che il nuovo edificio viene dato “in concessione “ al consiglio dell’asilo infantile. Questa concessione si intende a solo titolo di precario a tempo indeterminato, al solo uso di scuola materna e nessuna modificazione potrà essere apportata all’edificio senza previo consenso dell’amministrazione comunale. Il comune, riavendo il terreno concesso in suo uso gratuito all’asilo nel 1899 e senza dare nulla in cambio dell’edificio appartenente all’ente morale, venderà qualche tempo dopo il terreno alla Cassa Rurale ed Artigiana, realizzando un’entrata di molto superiore a quanto aveva speso dell’edificio di via Sant’ Ambrogio.

LA LIBERTA’ DI EDUCAZIONE

La situazione muta con la costruzione delle due scuole materne comunali nel 1979. Il comune ha ora proprie scuole che deve gestire direttamente. Per l’asilo ente morale si apre un nuovo drammatico capitolo: senza il contributo finanziario del comune rischia di chiudere i battenti. In gioco però non c’è soltanto la sopravvivenza di una istituzione centenaria. Ci sono innanzitutto dei valori ideali da salvaguardare: il pluralismo educativo e l’effettiva libertà di scelta per i genitori di Carate ed è proprio per difendere questi principi che l’amministrazione comunale stipula con l’ente morale una convenzione e si impegna a corrispondere contributi finanziari per garantire la prosecuzione dell’attività della scuola.
Dopo la mobilitazione del corpo docente e amministrativo, con la collaborazione dei genitori, viene stipulata il 14 Dicembre 1979 la convenzione tra il Santa Maria e il Comune di Carate.
Tale approvazione rappresenta senza dubbio un atto amministrativo molto importante e del tutto nuovo nel panorama della pubblica istruzione non solo caratese ma anche italiana. L’importanza di questo atto non è solo in quanto prevede la copertura del 50% dei costi di un allievo garantendo così la parità del trattamento tra gli allievi comunali e quello dell’asilo autonomo, ma è data dal fatto che, forse per la prima volta in Italia, l’intervento della finanza pubblica a favore di una scuola libera è motivato dall’affermazione delle parte politica di voler garantire la libertà della famiglia nella scelta del tipo di educazione da impartire ai propri figli. Anzi, all’inizio, il maggior valore della convenzione sembrava costituito proprio da questa affermazione di principio, solo con l’andar degli anni essa ha dimostrato la sua piena efficacia di strumento atto a garantire non soltanto gli interessi dell’ente, ma anche quelli dell’amministrazione pubblica, che viene così a realizzare un notevole risparmio sulle spese per la pubblica istruzione.